
Canada accelera sull’Artico: nuove navi rompighiaccio, rotte più corte e influenza sulla supply chain globale
24/7/2025
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Mentre le rotte marittime tradizionali affrontano congestioni e incertezze crescenti, il cambiamento climatico apre nuovi scenari logistici in regioni fino a poco tempo fa impraticabili. L’Artico è oggi uno di questi snodi strategici emergenti. E il Canada si prepara a giocare un ruolo chiave.
Nel 2025, Ottawa ha annunciato un investimento complessivo di circa 7 miliardi di dollari canadesi per la costruzione di due nuove navi rompighiaccio pesanti, destinate a rafforzare la presenza del Paese nelle acque polari e a garantire l’accesso a rotte e risorse cruciali nei decenni a venire (Canada.ca).
Il progetto fa parte della National Shipbuilding Strategy e prevede la realizzazione di due unità lunghe 158 metri, capaci di operare tutto l’anno a temperature fino a –50 °C e attraversare ghiacci spessi fino a 3 metri. Le navi verranno costruite nei cantieri della Seaspan Shipyards (Vancouver) e della Davie Shipbuilding (Levis, Quebec), con consegne previste tra il 2030 e il 2032 (The Guardian).
Nonostante il progressivo scioglimento della banchisa artica, la navigazione nella regione è tutt’altro che semplice. I ghiacci si frammentano in masse mobili che ostruiscono i passaggi, rendendo indispensabile una presenza navale stabile per garantire sicurezza e continuità operativa.
Tra pressione geopolitica e supply chain globali in trasformazione
Il progetto canadese non è solo una risposta ambientale, ma anche un segnale geopolitico. L’Artico ospita risorse minerarie strategiche, tra cui significative riserve di terre rare, fondamentali per settori come elettronica, rinnovabili e mobilità elettrica (Investopedia). Con lo scioglimento dei ghiacci, l’accesso a queste risorse diventa tecnicamente più semplice e politicamente più conteso.
Parallelamente, si stanno aprendo nuove rotte commerciali. La Northern Sea Route, ad esempio, permette un collegamento diretto tra Asia ed Europa via Mar Glaciale Artico, riducendo i tempi di spedizione fino al 40% rispetto alla rotta tradizionale via Canale di Suez (commonspace.eu).
Russia, Cina e Stati Uniti stanno investendo in flotta e infrastrutture artiche: Mosca conta già 50 rompighiaccio operativi; Washington punta a costruirne 40 nei prossimi dieci anni, anche grazie al recente accordo ICE Pact siglato con Canada e Finlandia (Reuters).
Questi sviluppi non riguardano solo la politica internazionale, ma hanno impatti diretti sulle supply chain globali. La possibilità di ridurre drasticamente i tempi di consegna tra Asia ed Europa porta le aziende a riconsiderare flussi logistici, punti di stoccaggio e scelte di sourcing.
Inoltre, l’accesso a nuove fonti di materie prime come le terre rare potrebbe diversificare la mappa degli approvvigionamenti globali, oggi fortemente concentrata in pochi paesi. Ma questo scenario porta anche nuove complessità: dalle infrastrutture artiche ancora fragili, ai rischi ESG e climatici, fino alla necessità di monitorare attivamente fornitori e rotte in territori ad alta volatilità.
In un mondo in cui le rotte si ridisegnano e l’accesso alle risorse diventa sempre più strategico, servono strumenti per muoversi con lucidità e rapidità. Così come il Canada investe in nuove navi per affrontare un Artico che cambia, anche le aziende devono dotarsi di tecnologie che permettano di adattare il procurement ai nuovi scenari.
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